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DISAGIO E SINTOMI

DISAGIO E SINTOMI

Mi colpisce come spesso dietro a qualsiasi disturbo manifestatamente conclamato o disagio solo lievemente avvertito ci sia una generale insoddisfazione di fondo, il sentore che qualcosa non va, che gli ingranaggi non funzionano alla perfezione. Accade talvolta che un paziente arrivi da me presentando un problema, sovente un rapporto difficile col cibo oppure una relazione difficile con il partner, e descriva un quadretto tutto sommato buono della sua vita, un dipinto della sua esistenza assolutamente al di sopra della sufficienza. Allora perché c’è qualcosa che non va? Perché esiste quel problema col cibo, col marito, coi figli, col collega, eccetera? È vero -senza ombra di dubbio- che la persona in questione sia realmente soddisfatta della sua vita? Oppure se si guardasse bene dentro manderebbe tutto all’aria? A volte non sono necessariamente cose grosse quelle che si vogliono cambiare: quando ci si guarda dentro, quando ci si ferma ci si riflette sopra (aiutati dalla figura del terapeuta che aiuta a vedersi dal di fuori come un terzo occhio obiettivo), ci si accorge che basta qualche ritoccata qua e là, qualche lieve pennellata al ritratto della propria esistenza e al corso della propria vita che le cose appaiono subitamente più belle, più semplici, più facili. E magicamente quel problema per cui si era chiesto aiuto non ha più senso di esistere. Bisogna però essere capaci di chiedere: chiedere aiuto quando se ne ha bisogno, e chiedere qualcosa a se stessi o agli altri. Chiedere che cosa? Magari più tempo per se stessi, più riposo, ritmi più rilassati e meno frenetici, pretendere di meno da sé e dagli altri, oppure chiedere tempo e attenzioni, risposte ai propri bisogni, che si sentono insoddisfatti. È tempo di smetterla di raccontarsela, di far finta che vada tutto bene, portandosi invece dietro un fardello fastidioso e ingombrante. Spesso con un consulto è possibile togliersi i sassolini dalle scarpe e far scorrere la vita più facile e serena.

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