ALIMENTAZIONE E BAMBINI
Oggi si assiste a un diffondersi di disturbi del comportamento alimentare anche tra i bambini di tenera età. Il disturbo da alimentazione iperselettiva è il più comune disturbo alimentare infantile. Comune ma non per questo poco preoccupante, il più feroce precursore di disturbi maggiori. Abbiamo tutti nell’inconscio la rappresentazione della madre nutrice, il seno, la cura, il nutrimento del cibo che veicola il nutrimento dell’anima, nessuna mamma sarà esentata dal sentirsi coinvolta in un rifiuto alimentare del proprio bambino, lo vivrà come un rifiuto di sé e della sua funzione materna. Non a caso nei primi mesi di vita di un bambino le prime domande che qualsiasi persona rivolge a una neo-mamma sono “Dorme?” e poi “Mangia?”, come se l’attestato di mamma sufficientemente buona passasse dal saper nutrire. E nel corso dello sviluppo il saper alimentare bene e in modo salutare il proprio bambino diventa sinonimo di buona educazione, molto più che un allenamento alle emozioni, ai sentimenti, se nutri in modo corretto tuo figlio (niente schifezze, cibi sani, bio…) la nostra società fa sentire che lo stai “preservando dal male” e crescendo meglio. Nell’infanzia i disturbi del comportamento alimentare sono diversi in alcune caratteristiche (ideali di peso e forme corporee) a quelli dell’età adolescenziale e adulta, ma uguali nella pervasività del disturbo, nella fatica della famiglia ad organizzarsi attorno ad un disturbo che irrompe nel corpo per mostrarsi, ma che vive nella mente e nelle relazioni e da cui non sa uscire se non con un sintomo corporeo così eclatante.
Tra i problemi dell’alimentazione dei bambini troviamo:
- Disfagia funzionale: difficoltà a deglutire, rifiuto dei cibi solidi, paura di soffocare, fobie legate al cibo.
- Alimentazione selettiva: rifiuto di alcuni alimenti, selezionati per caratteristiche anche non organolettiche, ma per criteri di colore, consistenza. Disturbo più diffuso, talvolta vissuto come un vezzo o un capriccio, altre volte invece pieno di spettri di inadeguatezza parentale.
- Disturbo emotivo da evitamento di cibo: per perdita di peso e gravità si sovrappone all’anoressia, evitamento marcato del cibo e perdita di peso significativa.
- Rifiuto pervasivo della nutrizione: disturbo più raro ad esordio precoce, si manifesta con un rifiuto a prendersi cura di sé, mangiare, bere, parlare.
- Disturbo da ruminazione: problema raro a confine tra disturbi del comportamento alimentare e tic, con cui i Dca condividono la pervasività e i tratti ossessivi.
- Alimentazione incontrollata: tendenza a mangiare grosse quantità di cibo anche se non si sente fisicamente affamato.
Nei bambini è necessaria una psicoterapia di gioco, psicoterapia delle relazioni, anche di quelle che per essere “curate” devono essere prese in cura per un po’, dove una psicoterapia cura legami oramai tessuti totalmente di disturbo alimentare. Madri sfinite, che si percepiscono esautorate dal loro ruolo di portatrici di vita, di nutrici. Madri da accogliere nel loro dolore, immenso quando coinvolge un figlio. Mentre ci prendiamo cura dei bambini curiamo le relazioni, perché padri e madri e fratelli e sorelle utilizzino la crisi rappresentata da chi ha il problema con l’alimentazione per cambiare. Perché niente deve e può passare nella nostra vita inutilmente, la malattia di qualcuno sia catalizzatore di chimiche diverse (Fonte: Paola Antonelli).
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