BINGE EATING E ABBUFFATE
Diventa comune ascoltare persone che parlano di carboidrati, di grassi e calorie, e dimenticano le parole pane, olio, allegria, calore. Nel binge eating e nelle abbuffate il cibo ingurgitato senza controllo è paragonabile al sentimento “ingoiato”, ai vissuti “mandati giù”, modalità per trasferire sul corpo le ansie e le angosce della mente. Il mandare giù non risolve i problemi, ma li dirotta all’interno lasciandoli irrisolti. Il non sentirsi accettata, il percepirsi inadeguata in vari campi porta a ingoiare frustrazione sotto forma di cibo, cosa che non fa che aumentare la percezione di inadeguatezza e fallimento. Nelle persone che soffrono di binge eating emerge la terribile difficoltà legata all’assunzione di cibo, di quel cibo al quale non si riconosce più il valore originale di nutrimento, di ristoro, di piacere. Quel cibo al quale hanno pensato incessantemente tutto il giorno, che fino a qualche tempo fa credevano fosse il vero problema e che ora invece devono accettare, tornare a farselo amico.
Durante lo sviluppo di un disturbo del comportamento alimentare le restrizioni, le abbuffate compulsive, il digiuno, il vomito, lo sport eccessivo o altri comportamenti disfunzionali utilizzati per il controllo del peso e delle forme del corpo, generano una introduzione caotica di nutrienti che determina l’innescarsi anomalo di risposte fisiologiche. Ne deriva una grave disorganizzazione dei processi implicati nella regolazione della fame e della sazietà con conseguente desincronizzazione tra comportamento e fisiologia, processi fisiologici e attività neurotrasmettitoriale. La terapia prevede pertanto di riprendere a mangiare con regolarità, secondo ritmi precisi e naturali per affrontare il comportamento alimentare disfunzionale e ristabilire un contatto diretto con se stesso, con il proprio corpo e i suoi segnali. Guardare ai fallimenti o ai comportamenti disfunzionali relativi al cibo non fa che aumentare la frustrazione di chi sta combattendo la sua battaglia personale contro il cibo. Le abbuffate vengono spesso utilizzate in risposta a stimoli emotivi, siano essi positivi o negativi, quindi il non poter calmare questi stati emotivi o eventi stressanti con il cibo può determinare un aumento dell’ansia. La terapia ha l’obiettivo di trovare modalità alternative più salutari per gestire le situazioni che abitualmente portano a mangiare in eccesso. Questo processo richiede tempo e pazienza, coraggio di guardare ai piccoli passi avanti piuttosto che alle scivolate. Nel binge eating e nel disturbo da alimentazione incontrollata occorre tempo per raggiungere modificazioni del comportamento alimentare più significative, dopo mesi o una vita intera passati a gestire le proprie ansie, stress ed emozioni attraverso il cibo. Ma grazie ad un percorso terapeutico questo sarà possibile. (Fonte: Centro DAI Città della Pieve)
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