COPPIA: CRISI O SALVEZZA?
La coppia è un piccolo mondo a due, fatto da due persone uniche, dove si crea anche un lessico segreto, particolare, un’intesa specifica, c’è un’intimità a due, la condivisione della genitorialità spesso, un legame fatto da una storia che dura a volte molti anni: questo comporta un impegno emozionale altissimo. Però di fatto esiste sempre un terzo all’interno della coppia, per quanto chiusa posa essere: questo terzo è reale o immaginario, possono essere i figli, la famiglia d’origine, il lavoro, la scuola. I sistemi sono in realtà sempre triadici. La coppia infatti è, e nello stesso tempo non è, un sistema a due. La relazione di coppia è sempre tra due costrutti, due storie, due narrative diverse (come ciascuno si racconta), due modalità descrittive, due modi di vedere il mondo. La realtà di ciascuno è una descrizione che non può essere oggettiva, ma si baserà sulla relazione e sulla propria visione della realtà. A volte una coppia va in crisi perché un partner vuole imporre all’altro il proprio punto di vista, il suo personale modo di intendere e sentire, la propria descrizione di sé, dell’altro e della coppia.
Come leggiamo il problema di coppia in un’ottica relazionale? Accade che spesso il partner vada ad occupare la posizione dell’altro significativo che abbiamo dentro (i propri genitori, le passate relazioni significative, una figura inconscia), l’aspettativa è che ora l’altro risolva però i miei punti ciechi, i miei nodi irrisolti. Questa è un’aspettativa irrealistica che può portare problemi all’interno della coppia, mi aspetto che l’altro debba curare una parte di me. L’obiettivo di una terapia di coppia è che il partner sia visto e vissuto come realmente è, cioè pieno di limiti, difetti e fatiche, imperfetto, e non come l’altro che dovrebbe salvarmi, come la relazione che deve darmi tutto ciò che mi è mancato. A volte paradossalmente si cercano proprio dei compagni simili alle proprie figure significative, nella speranza inconscia però che nella relazione con me si rivelino diversi da come sono stati ad esempio i miei genitori. Nella coppia non esiste una normalità (statistica, misurabile), quello che interessa è la qualità della relazione così come ciascuno la vive, e che è strettamente personale. Questo significa anche svincolarsi e separarsi dalla propria storia, che può fungere invece da indice di normalità a cui ciascuno si appella e vorrebbe ricondurre l’altro. Sarebbe utile chiedersi “Qual è la difficoltà, ‘il macigno’, che ciascuno si porta nella coppia derivante dalla propria famiglia d’origine o dalla propria storia?“. Quando una coppia o una persona sta molto male, in realtà è il momento propizio di crisi per introdurre cambiamenti e modifiche nella relazione o nella vita (Fonte: Marco Bianciardi).
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