NATALE, ALIMENTAZIONE E DIETE
Spesso nell’ alimentazione durante le feste le persone si lasciano andare ai piaceri del cibo, per poi riprendere in mano le redini successivamente con l’intento di perdere il peso guadagnato. Nello specifico, si tratta di quelle persone che si preoccupano del proprio peso, che provano a limitarsi nei confronti di cibi particolarmente saporiti e tipici delle festività, per poi mangiarne in gran quantità e, quindi, sentirsi in colpa. La ricerca ha dimostrato che le persone che, al contrario, non si preoccupano del proprio peso, non ne prendono in maniera significativa durante le occasioni speciali o le vacanze.
Un percorso di tipo psicologico può essere una via per uscire dalla battaglia col proprio peso corporeo, dalle diete e dal circolo vizioso tipo yo-yo che caratterizza l’acquisto e la perdita di peso. Non si tratta di ciò che si dovrebbe o non si dovrebbe mangiare, ma di scoprire cosa e come mangiarlo in un modo che ci fa sentire bene, e di capire cosa ci spinge a mangiare in maniera eccessiva. Non si tratta nemmeno di tentare di perdere peso, ma di perseguire il proprio benessere: percorrendo questa strada, si avrà di conseguenza un migliore stato di salute psico-fisica ed il raggiungimento di un peso corporeo adeguato.
Un percorso terapeutico offre due vantaggi in aggiunta alle diete: aiuta le persone a riconoscere i propri bisogni, fisici e psicologici. Seguire programmi alimentari senza apporti di tipo psicologico, significa essenzialmente impegnarsi nella conta delle calorie (o dei punti) e seguire determinate regole, che spesso allontanano le persone dai propri bisogni del momento. Inoltre insieme ad un terapeuta si riscopre il modo per soddisfare i propri bisogni emotivi, senza ricorrere al cibo. Le diete, senza un apporto di tipo psicologico, contribuiscono a costruire un rapporto bizzarro con il cibo. Il cibo è uno dei più grandi piaceri della vita ed il piacere fa bene alle persone, è sano e ci tiene in salute. Non vi sono cibi proibiti totalmente. Questo ci permette di scoprire cosa realmente ci piace e come mangiarlo in modo che ci faccia stare bene mentre lo mangiamo ed anche successivamente. Un percorso psicologico aiuta le persone anche a determinare quando necessitano di cibo per stare bene e quando, invece, fare una passeggiata, meditare o abbracciare qualcuno costituisce una scelta migliore, in base ai propri bisogni del momento.
La terapia psicologica è la via del benessere psicofisico e per questo ha fra i suoi pilastri l’analisi ed il soddisfacimento dei bisogni, non limitandosi a quelli relativi al cibo. L’essere umano, infatti, oltre al cibo ha altri bisogni che necessita di soddisfare per stare bene, come una regolare attività fisica, un’adeguata igiene del sonno e una sana vita sociale. I comportamenti e le emozioni che circondano la lotta col peso corporeo, al contrario, spesso lasciano le persone troppo esauste per poter praticare attività fisica, dormire bene o, generalmente, prendersi cura di se stesse. In molti casi ne consegue una vita sociale impoverita, a causa, ad esempio, di sentimenti di vergogna per il proprio aspetto o per il fatto che si ha bisogno di stare a dieta. Sentirsi soli, poi, si accompagna frequentemente ad angoscia, tristezza e a fame nervosa, come atto auto-consolatorio.
Quando le persone spostano la propria attenzione dalla perdita di peso al proprio benessere generale liberano la propria mente per concentrarsi anche sugli altri bisogni. Ristabilire contatto e fiducia nei confronti dei propri segnali fisici relativi all’ alimentazione può richiedere tempo, se la persona ha combattuto per un certo periodo con il proprio peso. Fare un percorso psicologico può apportare un contributo fondamentale -ed in tempi relativamente brevi (due mesi e mezzo)- rispetto alla cronicità con cui alcune persone lottano con il proprio peso ed il proprio aspetto.
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