BINGE EATING
Il Binge Eating è in problema pervasivo, ma spesso poco conosciuto, viene chiamato anche disturbo da alimentazione incontrollata, con episodi di eccesso di cibo compulsivo, seguiti da sentimenti travolgenti di vergogna, angoscia, disgusto e colpa.
Il Binge Eating è spesso banalizzato: l’idea che possa essere curato con la forza di volontà o una buona dieta -o peggio, che non sia affatto un disturbo alimentare, ma una cattiva scelta di vita e di pigrizia- è un grave errore di valutazione. In realtà il Binge Eating è altrettanto pericoloso e destabilizzante per la salute fisica, mentale ed emotiva rispetto ad altri problemi e dipendenze. E può essere quasi impossibile guarire senza un aiuto. Il Binge Eating comporta un grave disagio emotivo, con abbuffate frequenti, durante le quali le persone si sentono fuori controllo su quanto e cosa mangiano, mangiano senza fame, superano il punto di pienezza, e alla fine si sentono disgustate, depresse, si vergognano di esistere, si sentono inadeguate.
Nel Binge Eating si pensa continuamente al cibo, spesso non si riesce a concentrarsi su altro. Si vorrebbe pensare a domani, alla dieta che si inizierà lunedì, si vorrebbe dimenticare cosa sta succedendo, si vorrebbe tornare a ieri quando si riusciva mangiare bene, e invece esiste solo il cibo, in una guerra continua…
Quando qualcosa, o qualcuno, ci appassiona e ci dà energia, il cibo improvvisamente sparisce dai radar del nostro cervello e siamo completamente presi da altro, siamo pieni di voglia di fare e il nostro stomaco sta tranquillo, invece nel Binge Eating il cibo rappresenta una costante minaccia e lo stomaco chiede continuamente di essere saziato.
Il cibo mangiato in maniera compulsiva riempie un vuoto dentro: il Binge Eating ha molto meno a che fare con il cibo e molto più con la sensazione di vuoto. Nell’alimentazione incontrollata si mangia per tanti motivi, ma mai quando si ha realmente fame. Si mangia quando ci si annoia. Si mangia quando si è arrabbiati. Si mangia quando qualcuno ci fa male. Si mangia quando ci si sente soli. Si mangia quando si viene ignorati. Si mangia quando manca una direzione nella vita. Si mangia perché spesso è diventato il solo meccanismo conosciuto per far fronte ad una difficoltà, ad una sensazione, ad un vissuto, ad un’accadimento.
Grazie ad un percorso psicologico potrete capire da dove deriva questa modalità automatica di reagire alla vita con il cibo e soprattutto come farvi fronte e interromperla, trovando altri modi per riempirsi.