DIETE E CIBI PROIBITI
Le persone che decidono di iniziare un percorso di tipo psicologico con me spesso hanno alle spalle una storia di svariate diete. La prima cosa che mi piace trasmettere è l’idea che non esistono cibi proibiti. Uno dei principi chiave del Mindful Eating è il permesso incondizionato di mangiare, ovvero la possibilità di mangiare qualsiasi cibo desideriamo quando abbiamo fame. Questa mentalità esclude tre comportamenti tipicamente incoraggiati dalle diete: non dobbiamo cercare di ignorare i segnali della fame; i cibi non vanno classificati come “buoni” (accettabili) o “cattivi” (da evitare); e, in linea generale, non dobbiamo sforzarci di evitare alimenti considerati cattivi. Questo principio genera spesso molta confusione, ma rispettarlo è fondamentale per imparare a superare la “mentalità delle diete” e fare amicizia con il cibo.
Quali sono le vostre prime reazioni quando pensate di accordarvi il permesso incondizionato di mangiare di tutto? Di solito, le persone mi rispondono: “Come posso mangiare sempre tutto quello che voglio e non ingrassare?”. Oppure: “L’idea mi terrorizza, perché so che finirei per mangiare tonnellate di schifezze 24 ore su 24”. Queste affermazioni rivelano una iniziale tendenza a fraintendere il concetto di permesso incondizionato di mangiare. Tale errore di interpretazione è molto probabilmente il risultato delle restrizioni alimentari e dei divieti che vi siete imposti nel passato.
È naturale che l’idea di concedersi “cibi proibiti” generi ansia, paura e confusione. Questi alimenti rappresentano spesso una dolorosa fonte di conflitto e disagio, perché tendiamo a mangiarli in maniera incontrollata e ad abbuffarci, con conseguente senso di colpa. Forse non riuscite nemmeno a immaginare di poter pensare a questi cibi in termini razionali, né vi ritenete capaci di mangiarli con giudizio e senza eccedere. D’altra parte, potreste essere piacevolmente attratti dalla prospettiva di concedervi una maggiore libertà a tavola: infatti, non appena vi proibite un certo cibo, lo volete più che mai. E prima o poi finite per arrendervi, probabilmente facendone una scorpacciata.
Per descrivere questi effetti delle diete e delle restrizioni alimentari, si parla comunemente di “ciclo privazione-sregolatezza”. Pensate all’ultima volta che ci siete cascati, finendo per rimpinzarvi con qualcosa di molto zuccheroso. Mi vengono in mente alcuni possibili scenari. Il dolce non lo avete semplicemente mangiato, vi siete abbuffati, giurando a voi stessi che non lo avreste riassaggiato mai più (o almeno per un bel po’ di tempo). Lo avete trangugiato di corsa, per dimenticarvi in fretta di averlo fatto. Vi siete detti che, se nessuno vi ha visto, forse le calorie non contano. E invece contano eccome, e dopo averle calcolate vi siete sentiti in colpa. Poiché il senso di colpa vi fa stare male, pensate “al diavolo!”, e vi concedete tutti i cibi che vi eravate ripromessi di evitare. In questo modo il ciclo ricomincia.
La chiave per interrompere questo circolo vizioso di deprivazioni seguite da eccessi consiste nel cambiare il modo in cui vi relazionate al cibo, passando da un approccio improntato sulla proibizione e la paura a uno basato sulla sicurezza e la libertà di scelta. La pratica della Mindful Eating, incoraggiandoci a “stare” nel momento presente con gentilezza e curiosità, può aiutarci a mettere da parte la dicotomia tra cibi buoni e cattivi. La presenza mentale e la consapevolezza ci permette di rilassarci e di relazionarci ai cibi proibiti con un senso di agio, che non si trasforma in eccesso. Valutando, gustando e assaporando il nostro cibo, riusciamo a goderci ogni singolo boccone, e impariamo a fermarci quando siamo soddisfatti, prima di sentirci troppo pieni.
Ovviamente è più facile a dirsi che a farsi: se da soli non riuscite, scrivete subito per prendere un appuntamento a info@spazioaiuto.it