CIBO, DIPENDENZA E PROBLEMI ALIMENTARI
Oggi il cibo è oggetto di passioni e di paure allo stesso tempo: viviamo in una società cibo-filica e cibo-fobica. Amiamo il cibo, siamo patiti di programmi sulla cucina e sugli chef, inondati di ricette e mode culinarie. Adoriamo improvvisarci gourmet, intenditori e cultori della materia, però vi è anche l’altra faccia della medaglia, dove il cibo può rappresentare un pericolo per la vita stessa…
Mangiate carne? Vi aspetta un possibile cancro all’intestino. Mangiate pesce? Sicuramente avrete un’intossicazione da metalli pesanti. Il cibo può diventare veleno. C’è un termine che può rendere l’dea di cosa oggi diventa il cibo in questo scenario contraddittorio: tale parola è droga!
Il cibo, in virtù della sua valenza psicologica e anche neurochimica, potrebbe diventare la più potente e diffusa delle sostanze delle sostanze psicoattive.
Nel nostro cervello esiste un complesso network neuronale che è deputato a rispondere agli impulsi del piacere, della ricompensa e delle abitudini. Si chiama nucleo accumbens e si attiva ogni qualvolta una sostanza o un comportamento producono piacere. Quando fate l’amore o mangiate un gelato, tale zona cerebrale si attiva.
In che modo il cibo diventa droga? Semplicemente quando si smette di fare l’amore o di ricercare comportamenti che producono piacere e si inizia a mangiare più gelati…Ovvero se il cibo diventa sempre più la sostanza che stimola il nucleo accumbens in supplenza del sesso, del lavoro, delle relazioni, della lettura o di altre attività piacevoli, di “vizi” anche, allora in quel caso l’alimentazione diventerà l’unico sballo psicotropo che allieterà una vita emotivamente anoressica.
In quel caso si svilupperà una vera e propria dipendenza da cibo, una tossicomania gastronomica che segnerà il corpo in modo importante, rendendo il corpo ingombrante e portatore di uno slogan che segna la perdita della libertà sul gusto alimentare e sulle scelte dei cibi. Il mangiatore tossicomanico, infatti, è vittima di un bisogno di “sballo orale” che, come tutte le tossicodipendenze, toglie la libertà.
Spesso le persone affette da dipendenza da cibo dicono: “Sa, io non posso mangiare neanche un dolcetto, perché se ne prendo solo uno non riuscirei a fermarmi e ne mangerei almeno dieci!”. Le tossicomanie orali da cibo sono proprio così, c’è un momento in cui il cibo diventa una fonte quasi unica di soddisfazione psicofisica, e tale meccanismo determina l’inizio della dipendenza.
Se poi si trovano nei supermercati quei cibi che vengono creati ad hoc per dar soddisfazione al nostro cervello (instaurando anche reazioni biochimiche che vanno oltre la psiche), il gioco è fatto…Avete una dieta possibile per tale dipendenza?
Il cibo trangugiato produce uno sballo in perfetta solitudine e senza possibilità di metafore, l’importante è che questo stupefacente dia determinate sensazioni.
(Fonte: Leonardo Mendolicchio)
Se vi sentite dipendenti dal cibo, tanto da avvertirlo a volte come una droga, o comunque vi capita di non avere controllo sul cibo, scrivete per un appuntamento a info@spazioaiuto.it o al 3389383650.