DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: BASTA LA FORZA DI VOLONTA’?
La guarigione da un disturbo del comportamento alimentare è una questione di forza di volontà? No: se bastasse voler guarire, chi non lo farebbe?
Molti pensano guarire da un Disturbo del Comportamento Alimentare significhi avere forza di volontà. O al contrario, sentiamo dire che i Disturbi del Comportamento Alimentare sono dei capricci.
Spesso in tipici comportamenti di una patologia mentale vengono interpretati come capricci o qualcosa legato alla forza di volontà. Tante persone si sentono dire che sono viziate o che non si sforzano abbastanza, “alla fine basta che ti impegni!”.
Ma scegliereste mai una malattia ogni giorno ti fa star male e addirittura ti minaccia di morte?
Essere affetti da un disturbo del comportamento alimentare è come essere affetti da un dipendenza senza l’uso della sostanza tossica. La frase “Domani smetto” è la classica frase pronunciata da persone affette da altri tipi di dipendenze.
Non si riesce a smettere non perché non lo si voglia, ma perché è difficilissimo contrastare il piacere derivante dalla ricompensa oppure la sensazione dovuta al craving, cioè all’astinenza.
Anche le persone con disturbi del comportamento alimentare sono coinvolte in meccanismi simili. Però, ad un certo punto nel processo di guarigione si inserisce quella volontà che chiameremo scintilla. E da lì può cambiare tutto.
Perché quindi da un disturbo del comportamento alimentare non si guarisce con la forza di volontà? Perché i disturbi del comportamento alimentare sono malattie e non si guarisce senza un adeguato percorso.
Queste affermazioni partono da un preconcetto: attribuire la condizione del proprio stato di salute alla forza di volontà e questo può gravare negativamente su chi sta affrontando la malattia.
I DCA sono malattie riconosciute e classificate come disturbi mentali, non sono capricci. Ripetere ad una persona che può “sforzarsi di mangiare” rafforza il concetto che, in fondo, basta la forza di volontà. Ma non è così.
Inoltre insistere sulla forza di volontà può essere nocivo: chi soffre si sente solo, incompreso, inadeguato. Dire “basta che ti impegni” o “che cosa ci vuole” non fa che peggiorare la situazione.
Se si pensa che l’affrontare un disturbo alimentare dipenda da quanto una persona si professi forte, allora probabilmente penserà che può farcela da sola. Il rischio più grande è quello di non chiedere aiuto, di permettere che i sintomi della malattia si aggravino. Sappiamo, invece, che dai disturbi del comportamento alimentare si può guarire grazie all’intervento di un’équipe medica multidiscliplinare.
Se pensi di avere un problema col cibo e vuoi essere aiutato, scrivi a info@spazioaiuto.it o al 3389383650