MINDFUL EATING E FAME EMOTIVA
Spesso a chi soffre di fame emotiva capita di essere disconnesso dalle proprie emozioni, di confonderle con la fame e, di conseguenza, di mangiare in maniera eccessiva senza una necessità fisiologica.
Altri si trovano intrappolati in credenze alimentari rigide (i cosiddetti pensieri “tutto o nulla” o “bianco o nero”) che portano da eccesso a privazione, da diete restrittive ad abbuffate senza fine apparente. Altri cercano invano di sopprimere pensieri ricorrenti inerenti al cibo, negandosi il piacere di alimenti considerati “peccaminosi”. L’eccessiva restrizione alimentare non è sostenibile nel lungo periodo e può portare ad eccessi compensatori e squilibri metabolici, alternando periodi di digiuno a giornate di totale perdita di controllo e abbuffate compulsive.
La Mindful Eating ha come obiettivo il mettere fine alla restrizione alimentare, insegnando alle persone:
• a distinguere tra fame fisica e fame emotiva
• a riscoprire un modo di mangiare più consapevole e istintivo
• a nutrire il proprio corpo in modo sano ed equilibrato senza seguire schemi dietetici rigidi
• a osservare i pensieri come eventi mentali e temporanei
• ad accettare le emozioni come parte dell’esperienza umana, con minore reattività ad esse
• ad acquisire maggiore consapevolezza dei propri stati interni
• ad acquisire nuovi strumenti e nuove modalità funzionali di interazione col cibo.
Un percorso di tipo psicologico seguendo la Mindful Eating getta le basi per impostare un rapporto più sereno con il cibo e con il proprio corpo attraverso una nuova consapevolezza alimentare ed emotiva, si rivolge alle persone che sono interessate a perdere peso senza diete dimagranti prescrittive, così come a tutti coloro che desiderano migliorare la propria alimentazione riducendo lo stress, il giudizio, la negatività e la sofferenza ad essa legati.
A volte il cibo è conforto, qualcosa che usiamo per calmare emozioni difficili, di cui naturalmente abbiamo esperienza di tanto in tanto come parte dell’essere umani.
Non è mai sbagliato mangiare, anche quando è per motivi emotivi. Comunque possiamo sperimentare che il cibo non offre sempre una vera soluzione al bisogno che stiamo sentendo.
Quando si pratica la consapevolezza e la consapevolezza del mangiare, portiamo gentilezza nella nostra esperienza, che può essere utile per non rimanere bloccati in un ciclo “ho appena stramangiato quindi basta!”. Come riconosciamo la nostra sofferenza, possiamo accoglierla con gentilezza, piuttosto che con giudizio.
Con questa gentile consapevolezza siamo anche liberi di esplorare ciò che può esserci utile al di là del cibo e cosa può esserci di aiuto nel nostro disagio.
Se hai bisogno di un aiuto nel tuo disagio, soprattutto in vista delle feste che possono essere motivo di forte ansia riguardo al cibo, scrivi a info@spazioaiuto.it