DISTURBI ALIMENTARI: OLTRE I LUOGHI COMUNI…
Vediamo di andare oltre i luoghi comuni sui disturbi alimentari e di sfatare alcuni pregiudizi che spesso ancora circolano e fraintendono una loro piena comprensione.
I disturbi alimentari non sono una questione di VANITA’: non hanno nulla a che vedere con la vanità o il desiderio di essere piú belli, le malattie del comportamento alimentare sono vere e proprie patologie psichiatriche, malattie mentali. Le persone che ne soffrono vanno accolte, non colpevolizzate o accostate a luoghi comuni, banalizzando il malessere che le attraversa con una semplice e superficiale vanità.
I disturbi alimentari non sono una questione di APPETITO: i disturbi del comportamento alimentare non sono disturbi dell’appetito, ma della relazione. All’esordio di ogni malattia del comportamento alimentare troviamo una ferita, un disagio, un malessere profondo. E questa ferita, questo malessere riguarda soprattutto le relazioni primarie, riguarda soprattutto le emozioni, il proprio mondo interiore. E’ in questo senso che le persone che soffrono di un disturbo alimentare hanno fame d’amore: il problema non è il cibo!
I disturbi alimentari non sono questione di FORZA DI VOLONTA’: pensare che la forza di volontà sia sufficiente per guarire da un disturbo alimentare è una credenza falsa e pericolosa. Attribuire alla guarigione la forza di volontà può avere conseguenze negative sia sulla persona che ne soffre che sui familiari. Credere che la guarigione dipenda in parte o totalmente dalla determinazione della persona affetta dal sintomo significa pensare che essa debba o possa farcela da sola. Invece è una questione di emozioni, di sentimenti profondi, non di forza di volontà! Quest’ultima invece ha a che vedere con la razionalità e la ragione.
I disturbi alimentari non sono solo una questione di PESO: anche le persone normopeso possono soffrire di un disturbo alimentare. Il peso è solo uno dei parametri che caratterizza un disturbo del comportamento alimentare, ma non è l’unico. I disturbi alimentari non sono caratterizzati da forme o peso specifici: spesso si può soffrire di anoressia anche rimanendo normopeso oppure si può soffrire di binge eating pur non essendo sovrappeso. Quello che stabilisce la sofferenza nel sintomo è il disagio personale, il malessere che la persona sta attraversando e che esprime attraverso un comportamento disturbato con il cibo.
I disturbi alimentari non sono solo questione di ETA’ O GENERE, ma sono disturbi trasversali. Seppur con una prevalenza inferiore rispetto a quella femminile, anche nella popolazione maschile è possibile riscontrare casi di disturbi del comportamento alimentare. Essi possono colpire i bambini, gli adolescenti e anche le persone adulte, quindi colpiscono tutti i generi e le fasce di età. Oggi assistiamo a un abbassamento della fascia di età in cui i bambini ne vengono colpiti.
I disturbi alimentari non sono solo questione di POSIZIONE ECONOMICA E SOCIALE: sono democratici e inclusivi, interessano la popolazione nella sua interezza e possono riguardare sia persone appartenenti a classi sociali e agiate, sia persone non benestanti. Queste malattie non discriminano in base all’etnia, al contesto socio-culturale allo status economico o al paese di provenienza: sono malattie profonde che esprimono un disagio con se stessi e nelle relazioni.
Scrivi a info@spazioaiuto.it se hai bisogno di un consiglio o di un aiuto