FAME NERVOSA E ABBUFFATE
Le cosiddette abbuffate sono spesso dettate dalla fame nervosa, quella fame che -diversamente da quella fisica- sorge all’improvviso e con urgenza, causa una fame impellente per un cibo in particolare (di solito patatine, dolci, cioccolato) e lascia dietro di sé senso di colpa e vergogna verso se stessi. Esistono 5 ragioni per cui risulta difficile smettere di avere abbuffate. Quali sono?
- La fame nervosa può essere una conseguenza diretta dell’incapacità di saper mangiare con consapevolezza. Capita a tutti, soprattutto se consumiamo i pasti davanti al pc o alla tv, se siamo stanchi e nervosi, di mangiare senza rendercene conto o ancora, di finire un intero pacco di patatine o di snack, anche se siamo già sazi. Il consiglio? Cercate di allenarvi alla consapevolezza, con le tecniche di Mindful Eating (https://www.spazioaiuto.it/mindful-eating/). La Mindful Eating si caratterizza per la totale presenza e consapevolezza nei confronti del cibo e dell’alimentazione. La Mindful Eating permette alle persone di operare scelte ed esperienze alimentari consapevoli. La Mindful Eating permette di diventare consapevoli delle diverse e sane possibilità di nutrirsi, attraverso il rispetto della propria saggezza interiore, la piena esplorazione sensoriale e lo sviluppo della consapevolezza dei segnali di fame e sazietà, attraverso cui guidare la propria scelta di cominciare o smettere di mangiare, evitando così le abbuffate.
- Il cibo come unico piacere: spesso le persone che sono vittime di abbuffate e fame nervosa, alla domanda “cosa faresti di diverso nella tua vita, se non avessi questo problema?”, rispondono di non sapere cosa fare e affermano di non essere in grado di organizzare il loro futuro. Per loro, alla fine di una lunga ed estenuante giornata, una tavoletta di cioccolata può essere particolarmente efficace per potersi rilassare. Come mai? Secondo molte fonti, mangiare zuccheri attiva le stesse aree cerebrali attivate dalle droghe. Ecco perché si può anche parlare di dipendenza dal cibo ed ecco spiegato anche perché, spesso, è difficile rompere questa abitudine del binge eating.
- L’incapacità di gestire emozioni negative: nella nostra cultura si apprende sin dalla più tenera età, che è bene evitare od occultare tutte le emozioni negative, con gravi conseguenze per il nostro equilibrio fisico e psichico. Un modo semplice e immediato per scaricare le emozioni negative accumulate, è sicuramente il cibo, che può diventare lo schermo col quale ci proteggiamo da eventi ed emozioni negative, attraverso le abbuffate.
- Detestare il proprio corpo: detestare la propria immagine, è uno dei fattori che spinge alle abbuffate. Il pessimismo, la vergogna del proprio aspetto, raramente ispirano le persone a intraprendere cambiamenti positivi. Molte persone sostengono che smetteranno di odiare il loro corpo dopo che avranno raggiunto il traguardo di perdere peso e non riflettono sul fatto che, prima di tutto, per interrompere il ciclo della fame emotiva, bisogna prima smettere di odiarsi. L’insoddisfazione del proprio corpo è spesso connessa ad una scarsa stima di sé, che se eccessiva e invalidante, può compromettere fortemente la vita della persona e per questo motivo, potrebbe essere utile il supporto di uno psicoterapeuta.
- Fisiologia: digiunare, arrivare affamati o stanchi al momento dei pasti, ci rende molto più vulnerabili al cibo e alle abbuffate. Quando il corpo è affamato o stanco, invia al cervello dei forti messaggi che segnalano il bisogno di mangiare in maniera incontrollata.
Per interrompere il circolo vizioso della fame emotiva, è richiesta una forte dose di motivazione dal momento che rappresenta un canale immediato per trovare sollievo dalle sofferenze e, siccome funziona anche bene come modalità, risulta difficile da smantellare. Il percorso terapeutico che propongo rappresenta una strada per imparare a uscire proprio da questa dinamica disfunzionale.
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