ADOLESCENZA E DIFFICOLTA’
In adolescenza, di fronte ai numerosi cambiamenti e sfide che la crescita di un figlio comporta, i genitori spesso si rendono conto di sentirsi in crisi e di quanto tristezza e delusione rischino di diventare pervasive, uniche reazioni emotive di fronte ai problemi e ai fallimenti dell’adolescenza. E’ chiaro che se un figlio in adolescenza sbaglia o fallisce non c’è da stare allegri o da scherzarci. Ma allo stesso tempo può risultare molto pericoloso lasciarsi travolgere dalla tristezza che colora di nero tutto ciò che accade in adolescenza. A volte i genitori arrivano a pensare che il fallimento di un figlio coincida con il fallimento della propria vita. E’ fondamentale, invece, tenere in considerazione due aspetti fondamentali:
- nessun fallimento è totale o per sempre. A volte sbagliare serve, e l’esperienza dello sbaglio, se ben elaborata, può diventare un elemento fondamentale su cui ricostruire il proprio recupero;
- nessuno è l’errore che fa. Davanti a un figlio adolescente che ha commesso una stupidaggine, un genitore potrà provare inizialmente la tentazione di assalirlo, dicendogli quanto lo ha deluso, o che è un buono a nulla e così via. In questo caso, invece di ragionare insieme sull’errore commesso (“guarda cosa hai fatto e perché hai fatto in questo modo”) si finisce per concentrare sull’individuo, e non sullo sbaglio commesso, i peggiori aggettivi. Questo fa sentire un figlio adolescente che ha sbagliato una persona totalmente sbagliata, con lo sviluppo di un disastroso modello di autostima personale.
Quando in adolescenza i figli commettono errori o mettono in atto comportamenti totalmente sbagliati, i genitori non vanno colpevolizzati, ma aiutati a comprendere i figli, a vederli con un paio di occhiali diversi, ad accompagnarli verso la loro affermazione come individui autonomi e indipendenti. I genitori devono imparare a non caricarsi di eccessive responsabilità, l’adolescenza è un processo difficile in cui ciascuno, genitore e figlio, deve mettere in conto ostacoli, errori, difficoltà, emozioni negative. Un genitore deve imparare a “stare alla finestra” della vita di un figlio, guardandolo crescere, sperimentare, sbagliare, capace di intervenire al bisogno e di accettare errori e difficoltà, con la consapevolezza che, superata questa stagione della vita, il figlio avrà trovato se stesso e saprà chi è anche grazie ai genitori che ha avuto (Fonte: Alberto Pellai).
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