ANORESSIA ADOLESCENZA CURA
L’adolescenza rappresenta un passaggio importantissimo nella storia evolutiva di ogni persona; durante questo periodo si modella completamente l’identità della persona. È noto a tutti che l’adolescente lotta per la propria indipendenza e contemporaneamente esige ancora dai propri genitori una sicurezza emotiva ed affettiva. L’adolescente vuole scoprire il mondo autonomamente e soprattutto vuole definirsi come persona; in questo modo ingaggia una battaglia con se stesso e con gli altri che alle volte può spingersi fino all’eccesso. Nell’anoressia questa lotta per l’autodeterminazione è esasperata. Le anoressiche, più delle altre ragazze, combattono contro la sensazione di essere schiavizzate, sfruttate, di non avere alcuna libertà per condurre autonomamente la propria esistenza. Esse a volte preferirebbero morire che vivere di compromessi. In questa battaglia disperata per la propria identità non accettano nulla che provenga dai genitori, non vogliono assolutamente che essi si inseriscano nelle loro vicende private. L’anoressia diventa pertanto un vero e proprio sciopero della fame per far valere il diritto alla propria identità, alla propria libertà e indipendenza. Ma si tratta di un’indipendenza soprattutto emotiva, di un’autonomia affettiva più che economica. Non potrebbe essere diversamente. Molto spesso nella loro infanzia e fanciullezza le anoressiche sono state delle bambine “modello”, tutte tese a compiacere i loro genitori, a soddisfare le loro ambizioni, sempre in gara per offrire il meglio di sé. Una tendenza, questa, che non viene abbandonata nel periodo adolescenziale, ma spostata sulla propria immagine fisica che dev’essere perfetta. L’esito di questa tendenza però è l’insicurezza e la confusione in tutto, anche nella valutazione della propria immagine corporea. Le anoressiche non sono in grado di differenziare, per quanto riguarda il peso e le dimensioni del loro corpo, ciò che è normale da ciò che non lo è, finendo così per negare anche l’evidenza di un corpo scheletrico.
Cosa dire riguardo alla terapia? La cura dell’anoressia è complessa, deve prendere in considerazione diversi aspetti (organici, familiari, sociali, individuali) ed è indispensabile un intervento psicoterapeutico con uno specialista esperto nel campo dei Dca. In esso sarà possibile utilizzare la relazione terapeutica come veicolo di cambiamento.
Nell’anoressia il sintomo ha una sua intenzionalità, è diretto a uno scopo, è un mezzo per ottenere qualcosa anche se apparentemente e consciamente la “povera sventurata” non se ne rende conto. E come mai l’anoressia ha il suo esordio nell’adolescenza , cioè in quel periodo in cui la persona è alla ricerca di una propria identità personale? È il segno che l’adolescente sta prendendo coscienza della sua capacità di scegliere ma ancora non sa ciò che vuole, soprattutto non sa chi vuole essere: è in una crisi di identità. Questa crisi non riguarda solo aspetti di carattere affettivo e relazionale, ma investe soprattutto la dimensione della progettualità esistenziale. Infine, c’è un termine che ricorre spesso nella caratterizzazione del mondo delle anoressiche: il vuoto. Questo sentimento di vuoto si riferisce unicamente al mancato appagamento di bisogni affettivi o c’è dell’altro? Qualcosa d’altro ben più complesso che rimanda ad una progettazione personale riuscita solo in parte? Il vuoto di un’esistenza che ha perso o non ha ancora trovato il suo significato, un’esistenza che non è capace di costruire se stessa e si muove quindi nel buio, trovando rifugio nel buio del sintomo.
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