ANORESSIA: COME CI SI AMMALA
Come accade che una ragazza si ammali di anoressia?
All’inizio vuole seguire il canone di bellezza della società di oggi, dove “magro è bello”. Tutto inizia con una semplice dieta: vuole soltanto dimagrire. Perciò inizia a contare le calorie, a pesarsi tutti i giorni e a ridurre le porzioni sempre più.
In realtà lei non se ne accorge: i suoi comportamenti le sembrano normali, fino a quando insorgono atteggiamenti che portano ad un “punto di non-ritorno”. Ne prende coscienza, quando dalla semplice dieta passa davvero ad avere “comportamenti compulsivi-ossessivi” riguardo al cibo e al corpo.
Un punto di non ritorno è quando, raggiunto il peso che si era prefissata, continua a non mangiare ugualmente per paura di ingrassare. Così non solo non ingrassa, ma continua a dimagrire. Le piace vedere il suo corpo assottigliarsi e iniziano a piacerle le sue ossa. Arriva ad amare le sue ossa -ma questo è soltanto la punta dell’iceberg-.
Tutto ciò che conta è vedere la bilancia scendere: diventa eccitante vedere il numero calare. Persino l’acqua in corpo le dà fastidio, perché gonfia la pancia e la fa pesare di più. Si arriva persino a pesarsi prima e dopo l’essere andati al bagno. Un altro punto di non ritorno è il non voler più mangiare di fronte agli altri. Questo perché, per una ragazza con l’anoressia, anche una fetta di pizza è un pasto eccessivo. Ha troppe calorie. Da sola supera il tuo “budget giornaliero”. Perché si arriva ad avere un budget di calorie giornaliero che di solito, quando la malattia prende forte, non supera le 300!
Certo che la ragazza anoressica ha fame, muore di fame! Ha talmente tanta fame che non sente nemmeno più i crampi alla pancia, anzi sentire lo stomaco che si restringe è diventata una sensazione piacevole. Ma prima o poi la fame la sovrasta. Ecco che spesso, o a volte, insorge la bulimia per fame: non ce la fa più, non ce la fa proprio più ad un certo punto. Perché si è affamata per troppo tempo, a volte per anni.
Quando si ha l’anoressia pura è un contorcersi dello spirito: si sente lievitare anche solo per un boccone di verdura, si senti cosmicamente in colpa, si sente gli occhi puntati addosso, che tutti la giudicano una “vacca grassa”.
Nella fase bulimica il termine giusto è “godi”. Quando mangia gode e non riesce a fermarsi. Più mangia più mangerebbe, come una belva famelica.
Voler dimagrire è la punta dell’iceberg. Vuole essere notata, ma non dai ragazzi, quella è la scusa superficiale. Lei vuole essere notata dalla gente, precisamente dalle persone che ama, come i suoi parenti. Perché sono loro che le hanno causato la fame d’amore. Loro che, pur facendo il possibile, tutto ciò che erano capaci di fare, non sono riusciti ad amarla come ne aveva bisogno, magari spesso non la hanno neanche mai apprezzata. Allora, paradossalmente, vuole diventare invisibile per essere vista.
È una vita di privazioni: non solo si priva del cibo, degli affetti e della vita sociale, ma smette di uscire: ha paura di dover mangiare fuori, quindi davanti agli altri; non sa più come vestirsi, perché si vede troppo grassa; deve avere ossessivo-compulsivo controllo su tutta la tua vita, persino i bicchieri sulla tavola devono essere messi perfettamente.
L’anoressia è anche una sorta di “elogio alla perfezione”, un pretendere di essere perfetti. Ci si sente superiori agli altri: tu sei più forte, tu “vivi” anche senza cibo. Ma non è un vivere…
Come si può guarire?
L’amore: sentirsi amati per imparare ad amarsi. Perché non ti ami, ti odi e per tanti motivi. Non ti senti amata, proprio perché non sei capace ad amare te stessa. Solo quando incontri qualcuno che sappia andare oltre la malattia, e vedere ciò che realmente sei aiutandoti a tirarlo fuori, come un terapeuta, allora puoi intraprendere il percorso di guarigione. Prima invece il senso della vita malata è dettato solo da numeri: bilancia, calorie, misure del corpo, minuti di attività fisica, ore gettate via.
Una ragazza con l’anoressia pensa che un dottore voglia solo farle riprendere peso per farla guarire. Ma non si guarisce solo prendendo peso. Io penso che si possa essere anoressici anche a 70 chili. Non è il peso che conta: il cibo è, lo ripeto, la punta di un iceberg. La magrezza è solo la maschera dietro cui si nasconde un profondo disagio esistenziale e psicologico.
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