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ANORESSIA E IPERATTIVITA’

ANORESSIA E IPERATTIVITA’

L’anoressia ha diversi sintomi e non tutti riguardano il cibo. Uno dei sintomi peculiari è l’iperattività, quel bisogno di muoversi che non dà tregua.

Le ultime ricerche riguardo ai meccanismi neurobiologici che sostengono il mantenimento dei sintomi correlati ai disturbi alimentari, mettono in evidenza un ruolo chiave dei circuiti regolati dalla dopamina (un neurotrasmettitore importante per la regolazione di molti circuiti neuronali, fra cui anche quelli deputati alle sensazioni di “piacere”), e ipotizzano che anche l’esercizio fisico, così come gli altri “metodi compensatori” o le abbuffate, possa di fatto diventare una sorta di addiction, una dipendenza fisica e mentale.

Come una droga, una sostanza d’abuso, anche i comportamenti patologici si comporterebbero secondo uno schema che di fatto determinerebbe una sorta di craving e di astinenza. Anche il cibo, soprattutto quello arricchito di “additivi” palatabili, e gli zuccheri, possono determinare una dipendenza e dare origine a fenomeni di food addiction, proprio come accade con le sostanze di abuso…Importante è tenere d’occhio la presenza di condotte che spingono le persone affette da DCA a muoversi in maniera incoercibile e che tale meccanismo, lungi dall’essere soltanto collegato al dispendio calorico che inevitabilmente l’esercizio fisico comporta, induce -e d’altro canto è sostenuto- da modificazioni neurotrasmettitoriali che coinvolgono diverse regioni del sistema nervoso centrale. 

L’iperattività motoria non porta con sé tutti i correlati piacevoli che un sano esercizio fisico comporta (come il prefisso “iper” sottolinea), ma al contrario risulta assolutamente dannosa e in qualche modo “sgradevole” e, lungi dall’essere divertente e piacevole, diventa qualcosa da cui il soggetto non può decidere di sottrarsi, una cosa di cui la persona si sente in qualche modo schiava.

In particolare l’iperattività motoria è caratterizzata da: 

1. Dalla sensazione di essere “costretti a muoversi”.

2. Da una assoluta prevalenza rispetto alle altre attività della vita quotidiana (il “bisogno” di muoversi, impatta negativamente sulle relazioni sociali e lavorative).

3. Dall’impossibilità di interrompere l’esercizio fisico anche in caso sia dannosa per la salute.

Vale la pena, infine, sottolineare il ruolo dell’iperattività motoria nel ridurre o controllare stati ansiosi. Moltissime volte mi capita di ascoltare dai miei pazienti di quanto il ricorso a questa attività solitaria, ripetitiva, intensa e faticosa, sia una sorta di auto rimedio per controllare stati emotivi spiacevoli.

Se conoscete qualcuno che soffre di iperattività motoria o pensate di soffrirne voi stessi, chiedete subito aiuto. E se volete invece ritrovare un sano rapporto con l’attività fisica, provate un percorso di Pole Dance Terapia: scrivi a info@spazioaiuto.it o al 3389383650