BAMBINI E OBESITA’
Nel nostro paese l’obesità infantile sta diventando una realtà quanto mai drammatica, per non dire una silente epidemia. I dati più recenti (relativi al 2010) raccolti dal Ministero della Salute parlano di 23% dei bambini sovrappeso e 11% obeso su 42mila bambini delle scuole elementari. In età scolare, molti bambini non assumono quotidianamente frutta e verdura, sono sedentari, e camminano poco. Cosa succede prima? La vera questione è che gli errori affondano le proprie radici in epoche molto precoci. Lo stile di vita e le abitudini alimentari sono un bagaglio che il bambino acquisisce sin dai suoi primi anni di vita, forse già dallo svezzamento. In questa fase si sommano lo spirito di iniziativa del piccolo, alle prese con le sue prime esperienze di interazione col mondo che lo circonda, con l’attenzione che i grandi gli riservano continuamente. Il bambino, d’altra parte, non sa cosa è bene per sé: ad esempio, se sollecitato a finire la pappa nel piatto, può facilmente associare l’atto di mangiare all’apprezzamento che riceve dalla mamma ed essere così invogliato a replicare un comportamento gratificante. Oppure può imparare a collegare il cibo ad un’attività consolatoria, se gli viene offerto da mangiare ogniqualvolta piange e si lamenta. L’obesità, e allo stesso modo i disturbi dell’alimentazione, affondano spesso le loro radici nella prima infanzia, momento in cui il bambino apprende un vero e proprio modello comportamentale (per esempio la regolarità dei pasti, il controllo della quantità, l’abbinamento tra cibi diversi). Conseguenze del sovrappeso in epoca precoce sono: deviazioni del gusto (abitudini a sapori forti, per esempio dolce o salato), perdita della regolarità dei ritmi della giornata, alterazione del meccanismo di regolazione fame/sazietà, assunzione di alimenti per noia o compensazione, tendenza alla monotonia alimentare, minori capacità e autonomia motoria, predisposizione a malattie cardiocircolatorie.
Fino all’anno di età ogni bambino possiede un dono naturale: l’autoregolazione dell’appetito. La natura, infatti, ha previsto che il neonato e il lattante umano, al pari di ogni cucciolo animale, sia in gradi di interagire con i genitori e impostare alcune funzioni fisiologiche fondamentali, tra cui l’alimentazione. Un primo errore consiste quindi nel sovralimentare il bimbo forzandolo a mangiare. Allo stesso modo il cibo non deve mai essere proposto come premio (almeno non sempre, qualche caramella ogni tanto di premio ci sta). Il bimbo sovrappeso non deve essere sottoposto a “dieta” (intesa come privazione), sia ben chiaro, ma al cambiamento di alcuni dettagli nell’organizzazione della sua giornata e ovviamente del suo regime alimentare, a partire dalla regolarità dei ritmi quotidiani e dal controllo delle quantità di pappa e altri alimenti.
Altri due errori frequenti, che predispongono al sovrappeso e all’obesità, sono: la monotonia alimentare, dove la mamma che si preoccupa di fronte al rifiuto di alcuni alimenti, quali per esempio le verdure, può cedere alla tentazione di ripiegare su quelli più graditi, che rendono il suo bimbo apparentemente più felice e rispondente alle sue aspettative; l’eccesso di proteine nell’alimentazione.