BINGE EATING
Il Binge Eating deriva da una incapacità o difficoltà a gestire gli stati emozionali senza ricorrere al cibo. Il cibo e le abbuffate rappresentano una strategia disfunzionale di regolazione emotiva: per le persone con il disturbo da alimentazione incontrollata il cibo viene visto come un amico che consola nei momenti difficili e gratifica nei momenti felici, anche se in realtà lascia dietro di sé solo sensi di colpa e vergogna, oltre a qualche chilo in più e malessere fisico, gonfiore, pesantezza. Come fare allora per affrontare gli stati dolorosi o le emozioni difficili evitando di rifugiarsi nel cibo? Il primo passo è stare in quell’emozione, riconoscerla, darle un nome e un diritto di cittadinanza. Solo se accetto che posso anche stare male, che oggi il mio critico interiore è molto inferocito e mi grida ad alta voce che non valgo a nulla o che non sono abbastanza, sono libero di scegliere se anestetizzarmi col cibo, magari come modo per non sentire le mie voci interne critiche e cattive, o se rimanere in quello stato emotivo doloroso e lasciare che passi. L’atto del mangiare invece ridurrebbe nel breve termine il senso di ansia donando una temporanea sensazione di sollievo. Quasi immediatamente però sopraggiungono sensazioni spiacevoli, come forti sensi di colpa, disgusto per se stessi, vergogna e depressione. Le persone che soffrono di Binge Eating sembrano porre più attenzione agli effetti immediati dell’abbuffata nei confronti dello stato emotivo negativo, cioè al senso di piacere e sollievo causato dal cibo, piuttosto che alle conseguenze che l’abbuffata può avere sul peso ponderale, considerato come un effetto collaterale, a volte sopportabile rispetto al disagio percepito senza anestetizzarsi col cibo. Una volta aumentato il peso, questo può fungere da fattore di rafforzamento del disturbo, in quanto il senso di fallimento personale e il calo dell’autostima nell’immagine fisica possono mantenere il bisogno di abbuffate, in termini di frequenza e gravità delle stesse, per lenire tali sentimenti e vissuti negativi.
Le persone con Binge Eating vivono quella che è stata definita emotional eating, ovvero l’assunzione di cibo in risposta a determinati stati emotivi, una sorta di meccanismo di coping in soggetti che hanno imparato solo questa strategia disfunzionale per gestire le emozioni negative. Cosa differenzia questo dalla fame nervosa che forse a volte tutti viviamo? Innanzitutto il senso di malessere e di disagio che causa l’alimentazione incontrollata, laddove gli effetti negativi dell’abbuffata diventano molto più elevati rispetto al sollievo che deriva dall’assunzione di cibo. Inoltre il senso di perdita di controllo e la mancanza di strade alternative oltre al cibo e al mangiare per affrontare le emozioni, lo stress e la vita in genere. Quindi se vi rendete conto di soffrire per il Binge Eating, non pensate di farcela da soli, ma cercate un aiuto tempestivo.
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