BINGE EATING E ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA
Nel Binge Eating e nel disturbo da alimentazione incontrollata emergono alcuni tratti tipici caratteristici di questo nuovo problema. In primo luogo ci sono gli insuccessi nella perdita di peso: tante diete, farmaci per perdere peso, sbalzi di peso (effetto yo-yo). Le ripetute variazioni di peso portano inesorabilmente a una desincronizzazione degli stimoli biologici di fame e sazietà, a una modificazione della composizione corporea a danno della massa magra e allo sviluppo di un alterato comportamento alimentare. L’effetto principale sul piano organico è la tendenza a mangiare fuori dai pasti, durante la notte o a spizzicare continuamente durante il giorno. In questa condizione di forte instabilità, per compensare l’introito calorico in eccesso, si inizia a saltare qualche pasto oppure a digiunare. Questi comportamenti sono pericolosi in quanto l’organismo viene disorientato dall’alterazione dei ritmi fisiologici. Molto spesso non si ha la percezione del cibo assunto e per questo si tende a sottostimare l’entità dell’introito energetico. In tale contesto, la relazione con il cibo si carica di significati contrastanti: da un lato il cibo è nutrimento, dall’altro consolazione.
Nell’alimetazione compulsiva e nel binge eating, l’abbuffata è caratterizzata dalla sensazione di perdita di controllo e di modulare il proprio comportamento di fronte al cibo, con grande disagio, senso di colpa e sensazioni di disgusto. Il cibo viene consumato lontano dagli altri, di nascosto e velocemente. Alcune persone raccontano di mangiare quello che capita e ciò che è immediatamente disponibile; altre invece operano una scelta, prediligendo i cibi “proibiti”, i dolci o i cibi ricchi in grassi, fermandosi a fare razzie al supermercato dopo il lavoro.
Ma cosa scatena questo comportamento? Da un punto di vista biologico, può condurre ad una forte ricerca di cibo la restrizione alimentare, ovvero il saltare i pasti, diete rigide, il digiuno o il non concedersi mai tali alimenti desiderati. Da una prospettiva psicologica è la difficoltà a vivere la quotidianità con i suoi conflitti e le sue frustrazioni a provocare la perdita di controllo. Così il cibo, subito disponibile ed immediatamente gratificante, diviene l’estremo tentativo di allontanare le sofferenze dalla coscienza. Ciò che nel corpo obeso pesa di più non è il corpo in sé, ma i pensieri e le memorie dei fallimenti passati e degli “irrisolti”. Spesso le persone con binge eating sono poco capaci di esprimere stati emotivi e di sostenerne l’intensità, di tradurre le proprie emozioni e formare costruzioni mentali elaborate, l’attività mentale dunque rifluisce sul corpo e mangiare significa: placare. Con un problema di alimentazione compulsiva è importante intraprendere un percorso di cura adeguato, per fermare le abbuffate, cercando di mettere ogni individuo in ascolto di tutti gli interrogativi e i problemi celati nella deformità corporea. E’ necessario cercare di disseppellire e ricostruire la persona, il desiderio, il vuoto che questi soggetti portano con sé nascosti sotto innumerevoli chili (Fonte: Centro DAI Città della Pieve).
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