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BINGE EATING: UNA TESTIMONIANZA

BINGE EATING: UNA TESTIMONIANZA
Oggi condivido una mail di una ragazza che soffre di binge eating disorder, per capire che non si è gli unici, che nel sintomo tutti vivono le stesse cose, che cercando un aiuto si può uscirne…

“Difficilmente la gente capisce realmente cosa provo. Ora tutti pensano che io stia bene, gli basta vedere che non sono più sottopeso per pensarlo. Non è proprio così. Io continuo a contare le kcal, continuo  preferire un’insalata ad una pizza. Davanti ai miei mangio poco. Se mangiassi realmente così poco, con il mio metabolismo e con le mie ore passate in palestra a bruciare calorie, dubito che peserei davvero così tanto.

Ora sono arrivata ad essere decisamente sovrappeso, e tu non sai, non sai quanto possa pesarmi scriverti questa parola “sovrappeso”. Cancello e riscrivo, cancello e la riscrivo. E’ così.
Sai da cosa dipende? Dal fatto che io passo intere giornate da sola, a parte quando ho impegni; i miei vanno al lavoro, mio fratello esce. Io frequento un liceo, dunque c’è molto da studiare, eppure mi prendo quelle due ore dopo pranzo, in solitudine: mi metto davanti alla tv e sazio quel buco, quel vuoto, ci metto dentro di tutto, non ne ho voglia, eppure continuo a farlo. Mando tutto al diavolo e continuo, e più continuo e più mi rendo conto di aver mandato tutto al diavolo, allora esagero. Come se si spegnesse la lampadina della ragione. Poi studio e vado in palestra. La sera un grande sorriso e tutti insieme a cena.
Difficilmente la gente sa cosa mi passa per la testa. Non sai quanto vorrei essere un’altra persona. Una di quelle normali, che non contano le kcal, che la palestra la frequentano per hobby e non per bruciare. Dunque forse nutro in me una speranza, vorrei che qualcuno mi portasse fuori da questo vortice malato.

Scrivo perché sono nel pieno di una delle mie frequenti crisi, ed in questi momenti si è soli. Del tutto soli.

Questa mattina mi sono svegliata, non ho fatto colazione, a pranzo ho mangiato normalmente, poi sono uscita di corsa. Ero contenta perché sapevo che avendo la giornata piena non sarei ricaduta…nel “vortice”. Tornando a casa mi figuro il da farsi: entrare, fare la borsa della palestra e riuscire immediatamente. Decido di non andarci, in palestra. Non avevo assolutamente fame, eppure volevo qualcosa di più…volevo abbuffarmi e mandare tutto al diavolo. Quella giornata era stata troppo perfetta. Così scendo al supermercato e compro 3 barrette di cioccolato, torno su e mangio. Finisco una barretta, poi un’altra metà. Inizio a sentirmi male, ma continuo. Per cena (con il sorriso, come ti dicevo) mangio e quasi mi viene da piangere. Nella mia testa già penso a domani, alle kcal che ingerirò, al pranzo che salterò.
In questi momenti sono sola, perché ovviamente non posso parlarne con chi non sa del mio problema, ma non posso parlarne nemmeno con chi ha il mio stesso problema, perché mi vergogno di ciò che sono diventata. Io che nemmeno li guardavo in faccia gli scaffali del cioccolato. Perché mi riduco così? Cosa c’è di sbagliato in me? Aiutami…”
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