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CIBO E ABBUFFARSI

CIBO E ABBUFFARSI

Spesso le persone davanti al cibo, nell’ abbuffarsi, si ritrovano a domandarsi “Perché sono finita ad abbuffarmi così di cibo?”. Trent’anni fa, due psicologi, Philip Brickman e Donald Campbell, svilupparono una teoria che denominarono “the hedonic treadmill”, o teoria dell’adattamento edonico, secondo cui le persone tendono a ricercare ciò che è nuovo e piacevole, diventandone, talvolta, dipendenti in misura più o meno importante. Secondo Donald Altman, psicoterapeuta e trainer in mindfulness, il cibo, in tal senso, rappresenta un innesco di tale circolo vizioso, rappresentando, non differentemente da abiti e gioielli, un qualcosa di nuovo ed in grado di dare piacere. Nelle persone che combattono con l’alimentazione incontrollata o che soffrono di alimentazione compulsiva (pensiamo al binge eating o alla bulimia), l’hedonic treadmill può essere facilmente amplificato da un errore cognitivo, secondo cui quel tipo di cibo -o il cibo in generale- ben presto finirà. È ciò che Donald Altman definisce “the scarcity treadmill”, o adattamento alla scarsità. Differentemente dall’hedonic treadmill, quello della scarsità è guidato non dal piacere, e dal bisogno di consumare quel cibo, ma dall’ansia e dalla preoccupazione, che si traducono, così, in una tendenza a “fare scorta” di quel cibo in grado di dare piacere, perché presto non ve ne sarà più possibilità. Ecco perché le regole di restrizione alimentare particolarmente rigide (es.: ‘da lunedì mi metto a dieta ed evito: dolci, fritture, etc etc…’, ‘non devo mai mangiare cibi non sani’) fanno in modo da creare un’ansia verso quei cibi e a farne scorpacciata per quanto tempo è possibile, ad ogni occasione possibile, oppure quando c’è un cedimento del proprio controllo (il weekend, una festa, le vacanze, un’indulgenza, lo stress, la tristezza, uno sgarro). Accade così che se cerco di evitare quel cibo, poi finirò proprio per abbuffarmi di esso…Ma questo è quel che accade anche quando vi sono delle offerte imperdibili al supermercato, che creano un’urgenza a comprare un determinato cibo…che poi va consumato! Anche quando non ne avevamo voglia o non ce n’era il bisogno. Come in una sorta di trance, guidati dal pilota automatico o dai fili dell’economia, abdichiamo al nostro libero arbitrio in fatto di alimentazione. La prossima volta che fai la spesa, guardati bene intorno. Prendi un momento per te stesso, non fare la spesa di corsa, non pensare che è in arrivo una carestia. Ascolta prima il tuo cuore e cerca di capire se quel cibo è proprio quello di cui hai bisogno, o se servirà solo per abbuffarsi, e se è davvero questo che vuoi (o se invece non è meglio provare a capire di cosa hai realmente bisogno, magari insieme ad un esperto).

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