COPPIA, CRISI E FIGLI
“Non sei più quella di prima…:è nato un figlio!”: questa è una frase tipica che si sente dire dai neogenitori e che in alcuni casi può generare delle crisi di coppia. In realtà questa frase rimanda alla parola cambiamento. Non è che per noi il cambiamento sia per noi una parola brutta: anzi, noi vogliamo cambiare, migliorare, ma quando lo vogliamo noi, quando lo decidiamo noi. In questo senso vogliamo sempre essere artefici dei nostri cambiamenti. Il cambiamento vero, invece, non è programmato, apre ad una dimensione di “non so”, cioè ad una dimensione di incertezza. C’è chi ha paura di avere un figlio proprio perché ha paura di cambiare, anche perché quell’evento è l’evento che maggiormente ci mette in rapporto profondo con le nostre paure, le nostre speranze, i nostri grovigli, anche quelli che avevamo dimenticato. La nascita di un bambino, in particolare del primo figlio, è come se facesse esplodere un tappo che fa venire alla luce di nuovo tante cose che non pensavamo neanche più di avere…
Il primo figlio ha a che vedere con la realizzazione di qualcosa di personale: devo dimostrare di essere fertile a me stessa, al mio compagno-marito, ai miei genitori, a mio padre. Il figlio, sopratutto il primo, addensa dentro di sé tante aspettative, ma anche tante paure. Per molti è un po’ come se dovesse essere il segno che ‘siamo una coppia che funziona’; è un po’ un regalo che fanno alle famiglie di origine. Ognuno ci mette del suo. Non diciamoci che il figlio è sempre frutto di un amore incondizionato: è anche questo, ma c’è dentro tutto il resto. E’ sicuramente però un momento in cui è facile perdersi di vista come coniugi.
In verità, il perdersi di vista non è di per sé un male. Il perdersi di vista ogni tanto significa che io sono dentro a qualche cosa che per me è più importante: magari non ti perdo del tutto di vista, ma vedo con la coda dell’occhio se ci sei, perché sono emotivamente dentro ad un’altra cosa. Dal punto di vista della coppia il perdersi di vista è anche un modo per rinforzarsi: la coppia necessita anche di sganciarsi perché in quel momento la coppia madre-bambino ha necessità più importanti della coppia genitoriale. Se volete che una coppia duri cinquant’anni, non si può sempre camminare passo a passo, fianco a fianco, ci si rompono anche un po’ le scatole vicendevolmente. Ogni tanto bisogna anche un po’ provare a prendere scorciatoie diverse, per poi raggiungersi e riprendersi per mano. Il fatto è che spesso, dopo la nascita di un figlio, non ci si recupera più, ci si perde di vista per sempre, o perlomeno per così tanto tempo che quando il figlioletto esce di casa e se ne va dal nido, ci si guarda in faccia e ci si chiede “ma tu chi sei?” .
Intraprendere un percorso di coppia quando si comincia ad avere sentore che le nostre strade si stanno allontanando in seguito all’arrivo di figli (o anche no) è un buon antidoto per impedire un bel giorno di non ritrovarsi più…
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