LA VERITA’ SUI DISTURBI ALIMENTARI
Le persone con disturbi alimentari sono sempre severe con se stesse e con gli altri, vivono ogni cosa con ansia e fallimento, si sentono in colpa per tutto, si dannano per una pera, si arrabbiano con gli altri che non digiunano con loro, che le costringono a mangiare, che mangiano con serenità e magari pretendono lo stesso da loro. Sono ossessionate dall’attività fisica, dal fatto di bruciare calorie, che contano in modo compulsivo, e se sforano dal loro “pacchetto” previsto vanno in crisi e fanno piani assurdi per ridurre gli introiti futuri, oppure continuano sulla via della perdizione per punirsi dall’aver esagerato e mangiano in modo smodato assumendo calorie e cibi in eccesso, sentendosi sempre più male per questo e perpetuando il problema.
Perdono un giorno di studio o di lavoro perché hanno fatto colazione e non dovevano, perché hanno messo un cucchiaino di zucchero nel caffè! Non escono la sera se per caso mangiano un cioccolatino, perché si sentono grasse e gonfie, oppure si proibiscono di mangiare in pubblico, davanti agli altri, e poi si abbuffano in solitudine perché si sentono sbagliate. Sempre e comunque. E pensate che il sintomo alimentare serva a farle stare meglio? Che possa lenire il senso di inadeguatezza e farle sentire più belle, attraenti e in pace con se stesse? Tutte bugie, bugie che il sintomo porta con sé, trasmettendo il messaggio “se non mangi starai meglio, ti sentirai più forte e più bella” oppure, all’estremo opposto del binge “sarai sempre uno schifo, tanto vale che mangi e ti consoli”. E in effetti, all’inizio, il sintomo alimentare può servire a cancellare dalla mente i veri problemi, ad annebbiarli, a tenere occupati i pensieri col cibo, come evitarlo, come dimagrire, cosa mangiare, oppure mangiando tanto fino a non capire più niente e avere davanti a sé solo il problema cibo. Ma è quello il vero problema? Ne siamo convinti? Anche se all’apparenza sembra esisti soltanto esso, dimagrimento preoccupante che sia o aumento ponderale pericoloso, sotto ad esso si nascondono innumerevoli altri nodi, vissuti difficili, sentimenti fastidiosi, emozioni bloccate, rapporti negativi o non desiderabili, e chi più ne ha più ne metta. Se però continuiamo a pensare che il problema sia il sintomo alimentare, il peso e il cibo, forse non aiuteremo la sventurata persona a ritrovare l’armonia e il benessere soggettivo. Un percorso terapeutico adeguato deve focalizzarsi su ciò che ci sta dietro al disturbo alimentare, su quello che il sintomo vuole dire, su quanto sta comunicando agli altri e al soggetto stesso. Anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata, obesità sono sempre epifenomeni di qualcosa di più, di un malessere nascosto lì sotto che in una cura ad hoc va affrontato per poter star di nuovo bene. Davvero.
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