Problemi dei Bambini

BAMBINI

“Il miglior modo per far sì che i bambini
siano buoni è renderli felici.”
Oscar Wilde

I PROBLEMI TIPICI DEI BAMBINI

Più conosco i bambini, più credo che il corso naturale dello sviluppo umano sia dominato da una forza incredibilmente positiva. Con ciò intendo dire che il cervello dei bambini è naturalmente modellato per ricercare sicurezza, amore, conoscenza e comprensione. Vostro figlio vuole essere affettuoso ed altruista. Vuole esplorare l’ambiente circostante, scoprire che cosa produce il fulmine e che cosa c’è dentro un cane. Vuol sapere che cosa è giusto e buono e cosa è sbagliato e cattivo. Vuole conoscere i pericoli del mondo e come evitarli. Vuole in ogni modo fare la cosa giusta, diventare sempre più forte e capace. Vostro figlio vuol essere il genere di persona che voi ammirerete e amerete.
Questo non significa, tuttavia, che i bambini garantiscano in ogni caso una navigazione tranquilla. Il loro percorso di crescita e sviluppo è destinato ad imbattersi in qualche difficoltà. Possono esserci momenti nei quali vorrete partecipare alle emozioni di vostro figlio, ma per i più disparati motivi non riceverete da lui un’indicazione chiara. Possono anche esserci momenti in cui, qualunque cosa si dica o faccia, sembra che non si riesca a trasmettere un messaggio al figlio. Vi sembra che lui sia chiuso nel suo mondo e che voi stiate parlando con un muro. Possono esserci momenti in cui il vostro angioletto sembra si sia trasformato in un diabolico diavoletto che fa di tutto per farvi impazzire. Possono esserci momenti in cui un cambiamento (di casa, di scuola, di routine) o una fase di crescita creano qualche problema al vostro bambino.
Qualora nel corso della crescita dei bambini si verificassero degli ostacoli ad un positivo benessere, potrebbe dimostrarsi utile chiedere un aiuto.

IL COMPORTAMENTO DEI BAMBINI

Quando appare un problema di gelosia, aggressività, isolamento, ecc., i genitori si domandano costantemente come comportarsi con il bambino e, frequentemente, lasciano passare del tempo per vedere se il problema si risolve da solo, dato che non lo considerano di tale importanza da portarlo da uno specialista. Invece nell’educazione non si può “lasciar correre”: l’esperienza mi dimostra che spesso questo aggrava il problema. È importante agire prima che appaiano i problemi e, quando appaiono, bisogna attaccarli sin dai primi sintomi.

Dobbiamo pensare che la famiglia è l’ambiente più importante, quello che influisce di più sullo sviluppo emotivo del bambino. I primi anni sono di vitale importanza per uno sviluppo equilibrato. Bisogna tener presente che, nell’educazione, non ci sono “ricette” e questo può essere frustrante per chi si dedica ai bambini; le soluzioni dei problemi non sono mai le uniche possibili e immediate. Inoltre ogni bambino è diverso e i suoi problemi devono essere affrontati da una prospettiva personalizzata.
Il mio lavoro si centra nella prevenzione e nell’intervento di alcuni dei problemi emotivi più comuni in cui ci si imbatte coi bambini:

– gelosia
– aggressività
– ansietà paura
– iperattività

Insieme ci chiederemo: che cosa avrebbero potuto fare i genitori e che non hanno fatto? Che cosa sono ancora in tempo a fare e come si deve agire per porre rimedio al problema?

IL SONNO DEI BAMBINI

Con problemi di sonno mi riferisco a quelle alterazioni che disturbano il riposo necessario che nei bambini normalmente è fatto di un sonno ininterrotto. Questi problemi si possono definire tali quando persistono per un periodo superiore al mese e non si possono attribuire a situazioni transitorie come uno stress emotivo, l’assunzione di alcuni medicinali, un cambiamento importante…

Tra le alterazioni del sonno attribuili all’assunzione di abitudini sbagliate ci sono:

– il rifiuto di andare a letto
– la paura di dormire da solo, i continui risvegli
– gli incubi

Se non vuole andare a letto, quello che spesso il bambino vuole ottenere è richiamare l’attenzione e diventare il ‘protagonista della situazione’, manipolando chi lo circonda. È di fondamentale importanza stabilire un orario e non aspettare che il bambino si stanchi per portarlo a letto. Facendo così è possibile che si innervosisca per la stanchezza e che sia ancora più difficile metterlo a letto. È importante anche stabilire una “catena di azioni”, cose di routine che precedano sistematicamente il fatto di andare a dormire. Bisogna fare in modo che il momento di andare a letto risulti particolarmente piacevole: se dite a un bambino “Ora devi riposare” in un tono che somiglia a “Stai per essere esiliato in Siberia”, crescerà pensando il sonno è qualcosa di brutto e che dormire equivale a perdersi tutto il divertimento.

Non è possibile: un’altra volta sveglio! Il bambino che si sveglia con frequenza diventa esasperante per i genitori. Quando si è finalmente conciliato il sonno dopo una dura giornata, ci si sveglia di soprassalto al grido di “Mamma!”, alle due del mattino. A volte la mamma fa finta di essere addormentata per vedere se gli passa o se il marito, preso da compassione si alza prima di lei (ci sono alcuni rari casi fortunati in cui i bambini si svegliano con il grido di “Papà!”). Se il bambino continua a gridare o piangere ci si alza di corsa prima che magari svegli qualcuno dei suoi fratelli e il pianto sia doppio. Alcuni bambini hanno l’abilità speciale di svegliarsi giusto nel momento in cui ci si è addormentati e questa è una delle più raffinate forme di tortura psicologica. A volte la mamma si sorprende della propria mancanza di controllo in questi momenti: diventa nervosissima e prova quasi l’impulso di buttare il figlio dalla finestra. A volte purché stia zitto si è capaci di tutto: lo si mette nel proprio letto, lo si porta in giro in braccio per tutta la casa, si lascia che tiri fuori i giochi…Attraverso il suo comportamento il bambino sta richiamando l’attenzione. L’unica cosa da fare è essere fermi e tornare a fargli imparare una serie di abitudini più giuste, chiedendo aiuto quando il suo comportamento riguardo al sonno può diventare un vero problema per tutti.

In alcuni casi il bambino può soffrire di insonnia: gli costa conciliare il sonno o quando si sveglia non riesce a riaddormentarsi. Questo problema, quando appare nell’infanzia o nell’adolescenza, normalmente è associato a disturbi d’ansia e a stati depressivi. Il primo passo da fare è indagare quali sono le cause del disturbo per capire la strada da percorrere. A volte può essere dovuto a situazioni di ansia o tensioni passeggere. Se persiste bisognerà consultare uno specialista.