TRADIMENTI NELLA COPPIA
Nella coppia non esiste solo il tradimento con un partner sessuale, ci sono altri tipi di tradimento, forse più subdoli e meno evidenti, ma non per questo meno pericolosi per la coppia. Uno è il tradimento con la famiglia di origine, poi c’è il tradimento con il figlio, ma in una coppia può esserci anche un tipo di tradimento rappresentato dall’investimento eccessivo su una polarità che non è rappresentata da una persona, ma dalla realizzazione di sé attraverso il lavoro, la professione.
Negli Stati Uniti, come esistono gli Alcolisti Anonimi o i Narcotici Anonimi, o i gruppi per mangiatori compulsivi (Overeating Anonymous), così esistono anche gruppi per le persone che sono dipendenti dal lavoro (Workaholics). Ci sono infatti persone che fanno un tale investimento sul lavoro che questo rischia di essere competitivo con l’investimento coniugale. Questo tipo di patologia è (ancora?) prevalentemente maschile, nel senso che è più facile che sia l’uomo a cercare, attraverso un sovrainvestimento sul lavoro, di rispondere a dei quesiti esistenziali: “Chi sono? Che senso ha la mia vita? Che senso ha questo mondo? Che cosa resterà di me?”. Tale investimento sul lavoro non è solo economico o puramente teso alla realizzazione di un successo. C’è proprio l’idea di poter rispondere attraverso il coinvolgimento compulsivo nel lavoro ad un dubbio di fondo sulla propria identità, sul proprio valore.
Un simile comportamento è meno frequente nelle donne, che spesso rispondono alle stesse domande (“Chi sono io? Che cosa faccio a questo mondo?”) attraverso un altro atteggiamento: “Vediamo chi mi vuol bene, vediamo a chi sono capace di voler bene”. Cercano insomma il rispecchiamento di sé e del proprio valore piuttosto nelle relazioni che nella riuscita professionale.
Si tratta naturalmente di un’argomentazione un po’ schematica, in quanto i ruoli legati al genere sono in rapido cambiamento; però capita ancora raramente di vedere un matrimonio in cui il marito si sente tradito dalla moglie perché questa investe troppo nella carriera. E’ più facile che i mariti si immaginino che le mogli li tradiscano con il lavoro, perché ragionano con la propria mentalità, piuttosto che verificare che questo corrisponda davvero al modo di agire delle mogli. Anzi, è abbastanza facile che se un marito geloso e possessivo esercita una pressione sulla moglie perché questa lasci un’attività professionale, lei lo accontenti (salvo, magari, pentirsene più tardi), perché è raro che per la donna-moglie il lavoro abbia lo stesso genere di valenza nevrotica del tipo “Se non faccio questo, io chi sono?”.
Di fronte a questo tipo di tradimento risulta spesso difficile poter aiutare i due coniugi a decodificare il fatto che il terzo polo che si inserisce nella coppia può avere per l’uomo la valenza di risposta ad un quesito esistenziale, a cui egli non riesce a rispondere in altro modo a causa del tipo di storia familiare che ha avuto, e conseguentemente dei valori che ha fatto suoi. Per questa ragione il marito finisce spesso per non considerare legittime le proteste della moglie, in quanto non riesce a vedere in che cosa la stia sacrificando.
(Fonte: Stefano Cirillo, in “Maschio e Femmina-Diventare Coppia”)
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